tratto da Il mio amico Alan
"Mi appostai vicino alla cassa
della biblioteca sin dall'apertura, come un avvoltoio, davanti al distributore
automatico, a trangugiare caffè uno dopo l'altro per ammazzare il tempo e per
non insospettire la vecchia acida bibliotecaria. Riuscii a resistere dalle 10
del mattino fino alle 17 e 12, quando la Venere nata in un giorno di primavera,
la protagonista delle mie orge solitarie, apparve come per miracolo, a passo
svelto e con in braccio il suo piccolo tesoro.
Restituì il libro, salutò la
cassiera e girandosi verso l'uscita mi vide, ormai sfatto per l'estenuante attesa,
ma sovreccitato un po' a causa dei sei caffè, un po' per l'immenso orgasmo
suscitato dalla sua visione."
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