venerdì 20 novembre 2015

Incipit /1

"La poesia è un gesto di amore verso qualcosa che odi, che ti fa battere il cuore al punto da frantumarlo in mille piccoli granelli impossibili da ricomporre.
La poesia dà la cadenza ai momenti indimenticabili della tua vita. Un francobollo senza il quale non può partire la lettera contenente i ricordi più tristi, le memorie indelebili, le avventure mozzafiato.
Felix aveva vissuto una, cento, mille vite, anonime, tormentate, in fondo uguali a quelle di qualsiasi altro ragazzo. La differenza era il suo bisogno morboso di fotografare l’attimo per poter sfogliare i giorni della sua vita quando la vita sfogliava gli ultimi giorni.
La paura di amare, l’amore per la paura, la voglia di fuggire e di partire, per fuggire di nuovo alla ricerca della casa abbandonata.
Il primo amore, il primo abbandono, la vita, la passeggiata a mare in preda ai ricordi, ai rimpianti, alla malinconia, la traversata verso coste meno frastagliate e infine la morte.
Comincia tutto una mattina come tante..."

Poet Alexander Pushkin


giovedì 19 novembre 2015

Ritagli /2

Nebbia che piano piano cresce, alimentata dal mio affanno. Sotto di me so di avere due piedi ma non li trovo, dove sono andati? Non vedo niente e il freddo mi rende vuoto, privo di sentimenti. 
Dovrei essere terrorizzato ma sono impietrito, arido. Bloccato da una situazione nella quale non avrei mai voluto trovarmi, l'ultimo raggio di sole è scomparso dietro i pini da troppo tempo ormai per poter stare allegri.
Che si fa in questi casi? Pronto? Cervello? Niente, anche lui è andato, congelato.
Ulula un lupo e devo dire che prima di sentirlo non si stava poi così male. Un silenzio ostile ai rumori del mondo artificiale, il cielo rosa e i mandorli in fiore. Ma ora ci sono due lupi ad ululare e sembrano divertiti.

E ora ho solo paura di domandarmi cosa vorrebbe dire se non potessi più parlare con lei, stringerle la mano e correre.
Ora che ti vedo sprofonda il terreno sotto i miei piedi, che pena.
Mi conforta il pensiero di te a casa, quel dannato lavoro che tanto odi questa volta ti ha salvato la vita.

mercoledì 18 novembre 2015

Ritagli /1

tratto da Il mio amico Alan
"Mi appostai vicino alla cassa della biblioteca sin dall'apertura, come un avvoltoio, davanti al distributore automatico, a trangugiare caffè uno dopo l'altro per ammazzare il tempo e per non insospettire la vecchia acida bibliotecaria. Riuscii a resistere dalle 10 del mattino fino alle 17 e 12, quando la Venere nata in un giorno di primavera, la protagonista delle mie orge solitarie, apparve come per miracolo, a passo svelto e con in braccio il suo piccolo tesoro.
Restituì il libro, salutò la cassiera e girandosi verso l'uscita mi vide, ormai sfatto per l'estenuante attesa, ma sovreccitato un po' a causa dei sei caffè, un po' per l'immenso orgasmo suscitato dalla sua visione."